lunedì 28 gennaio 2013

STANZE DEL BUCO


In Italia se ne discute da diversi anni ed in questi giorni la questione è stata ripresentata al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Medici.
Cos’é la stanza del buco? È un luogo circoscritto (tipo ambulatorio medico), sotto la giurisdizione e controllo del Servizio Sanitario Nazionale, gestito da medici, operatori sociali e volontari. In accordo con la Magistratura e le Forze dell'Ordine, viene consentito a soggetti tossico-dipendenti appurati, di far uso della sostanza stupefacente di cui sono appunto dipendenti. L’ambiente igienicamente tutelato ostacola il contagio delle malattie infettive. Alcune nazioni forniscono direttamente la sostanza altre ne permettono solo l’uso tutelato. Diverse sono le nazioni europee che ne hanno adottato l’uso a livello sperimentale o permanente: Portogallo, Grecia, Spagna, Paesi Bassi, Svizzera ed a breve la Francia. Del Consiglio Nazionale dell'Ordine dei medici italiani la risposta è stata NO. 
Le motivazioni sono state diverse. L'iniziativa veicolerebbe un messaggio permissivo ai giovani. Si tutelerebbe l'iniezione di sostanze illecite facendo passare l'idea che ci sono delle possibilita' di derogare al divieto; I costi e l’efficacia di questa iniziativa; Le conseguenze sulla popolazione residente nelle aree preposte. 
Penso le stanze del buco siano la terza fase di un progetto ben finanziato ed organizzato che prevede:
Prima fase: Legalizzazione della cannabis terapeutica.
Seconda fase: Legalizzazione della cannabis per scopi ricreativi.
Terza fase: Stanze del buco.
Il risultato finale? Enormi quantità di denaro ben veicolate nelle tasche di pochi personaggi che si accaparreranno i permessi per la produzione delle sostanze in questione.
Istituendo le stanze del buco sappiamo già che, se si permetterà ai tossici di usare l’ambiente sterile e protetto ma senza dare loro la dose gratis, raramente questi ambienti vedranno entrare un tossico. Se credono veramente che un tossico dopo aver acquistato dell’eroina vada a farsi nella stanza del buco...aspetta e spera. Personalmente ho provato a raccogliere siringhe per terra ed anche ad utilizzare acqua presa dal radiatore contenente antigelo oppure utilizzare dell’acqua piovana presa dalle pozzanghere per sciogliere eroina. Procurarmi dell’acqua pulita o cercare una farmacia ritardava di una decina di minuti (o poco più) l’iniezione tanto desiderata. Non sarei mai andato in una stanza del buco per questo motivo ed anche perché temevo la coordinazione con le forze dell’ordine.
Se invece si inizia a dare la sostanza gratis si riempie magicamente la stanza. Così arrivano molti tossici. I nostri cari membri dell’Ordine dei Medici si sono preoccupati della spesa che dovrebbero sostenere le strutture sanitarie. Dei poveri residenti che vedranno sorgere vicino alle loro case le stanze del buco infestando i loro marciapiedi di gentaccia. Cari medici vergognatevi!
Ho conosciuto molti tossici ma raramente ne ho trovati (fra quelli dichiarati che si drogano da molti anni) che dicono di voler continuare consapevolmente tutta la vita sino alla morte. Quasi tutti loro sognavano di smettere e poter ricrearsi una nuova vita. Per molti di loro un sogno che non si è mai realizzato. Le stanze del buco violano qualsiasi diritto umano. Lo condannano a vivere una vita nella schiavitù della droga senza dare la minima possibilità di ricrearsi una vita e tornare ad essere fieri ed orgogliosi della propria dignità umana. Del proprio senso di rispetto, etica e moralità.
Se sei convinto che le stanze del buco siano una soluzione, rispondi ad una semplice domanda: Se il drogato in questione fosse tuo figlio? Lo inviteresti a frequentare una stanza del buco con somministrazione controllata? Lo porteresti in un posto dove lo imbottirebbero di farmaci pagliativi per i prossimi 15anni o per tutta la vita? Oppure cercheresti il modo per aiutarlo a renderlo libero da tutto ciò che potrebbe costituire una dipendenza illegale o legalizzata?

venerdì 25 gennaio 2013

NEONATO IN ASTINENZA


Un articolo apparso sul Wall Street Journal rivela che nell’ultimo decennio, negli USA, sono triplicate le nascite con neonati in astinenza da oppiacei.
Eroina? Mamme tossicodipendenti? No. Prevalentemente si tratta di madri che, per alleggerire i disturbi della gravidanza, assumono antidolorifici. In primis oppiacei come l’ossicodone.
La notizia viene riconfermata anche dalla rivista di settore - Journal of the American Medical Association.
Teniamo presente che negli USA è in uso anche la terapia con metadone per combattere la dipendenza da antidolorifici.
Il fenomeno dei neonati in crisi di astinenza non è prettamente americano. Anche in Europa si registrano quotidianamente casi analoghi.
Secondo quanto dichiarato dalle infermiere intervistate dal quotidiano, i sintomi delle vittime dell’abuso di questi farmaci, sarebbero pianti continui, scatti involontari dei muscoli, vomito e forte diarrea. I sintomi sono identici a quelli della “classica” crisi di astinenza da eroina. In fondo si tratta sempre di oppiacei.
Non è ancora stata identificata una cura valida per questi casi, e i medici degli ospedali americani stanno portando avanti ricerche per delineare i possibili trattamenti. 
Mi domando: Al posto di studiare i possibili trattamenti non è meglio ripiegare sulla prevenzione informando le future madri sui rischi connessi alluso di oppiacei ed antidolorifici vari in gravidanza?
Che domande stupide che mi pongo. È logico, se le mamme sono informate evitano l’uso di questi farmaci e le farmaceutiche produttrici perdono introiti sicuri. Anzi, se poi studiano una cura pagliativa anch’essa a base di farmaci per curare l’astinenza da altri farmaci...si può guadagnare il doppio! Chi se ne frega della salute del neonato e della mamma. Il fatturato prima di tutto!

giovedì 24 gennaio 2013

ASSENZIO


Artemisia Absinthium ovvero Assenzio. Stiamo parlando di una pianta comunemente presente nelle zone alpine. Color verde argentato dal sapore amaro.
L’Assenzio è anche un distillato d’erbe ampiamente diffuso nell‘800. A quel tempo era la bevanda più consumata sul territorio francese. 
Nel 900 l’Assenzio, conosciuto anche con il nome di Fata Verde, venne vietato in quasi tutto il mondo.
Nasce in Francia nel 1972. Presentato come medicina straordinaria in grado di curare le più svariate patologie. Si calcola che un secolo più tardi la popolazione francesce consumava 36 milioni di litri di assenzio ogni anno.
Le problematiche legate all’alcolismo sono ben note. Essendo l’Assenzio la bevanda alcomica (dall’elevata gradazione) maggiormente consumato divenne il capro espiatorio e pertanto etichettato come la causa dell’alcolismo stesso. Oltretutto, la semplicità nella preparazione permetteva la vendita a prezzi contenuti rendendo l’Assenzio una bevanda alla portata di tutti i ceti sociali.
Strano che l’Assenzio venne bandito mentre altre bevande alcoliche no. In realtà non è così strano. Molti prodotti commerciali hanno subito le pressioni politiche, le guerre legali ed i biechi sotterfugi dello spionaggio industriale. Infatti le lobby dei produttori di vini, distillati vari ed altre bevande alcoliche non apprezzavano il monopolio incontrastato dell’Assenzio e riuscirono, tramite vere e proprie guerre legali a far passare l’Assenzio come una bevanda dagli effetti allucinogeni e deleteri per la salute dei consumatori. 
In Italia l’Assenzio non è illegale. Ad oggi, seppur poco noto, è possibile acquistarlo e sorseggiarlo. Una goccia alla volta vista la gradazione alcolica che spazia intorno ai 70°. 

STRATEGIA EUROPEA DROGHE 2013 - 2020


Nel mese di dicembre il Consiglio Europeo ha approvato la nuova Strategia in materia di droga 2013-2020. Sino alle soglie del 2000 ci si concentrava sul ridurre l'offerta combattendo i traffici internazionali. Nell'ultimo decennio si è maturata la consapevolezza che soltanto attraverso il ridimensionamento della domanda (attività tese alla prevenzione dell'uso di sostanze stupefacenti) era possibile ottenere dei risultati tangibili. Ora, questa nuova strategia tiene in considerazione i fronti: riduzione dell'offerta e della domanda.
Inoltre: problemi sanitari correlati; la riduzione dell’offerta di droga attraverso azioni di controllo del mercato; il rafforzamento del dialogo e della cooperazione tra gli stati europei; la diffusione dei risultati del monitoraggio delle azioni e delle esperienze di ricerca, allo scopo di per aumentare la conoscenza del fenomeno e orientare nuovi interventi.

mercoledì 16 gennaio 2013

KRATOM


Kratom è un albero nativo dell'Asia sudorientale. Il nome botanico è Mitragyna Speciosa. Stiamo parlando di una sostanza tossica che crea dipendenza, ad oggi non ancora inserita nell’elenco delle sostanze stupefacenti. Lo sarà presto dato che dal 2008 il Kratom è presente in alcune droghe sintetiche come già evidenziato dall’Osservatorio Europeo delle droghe e delle tossicodipendenze.
Se cerchiamo online troviamo che il Kratom viene proposto come tisana ed erba medicinale dagli effetti rilassanti o stimolanti a seconda delle dosi somministrate e del metodo di preparazione ed assimilazione della sostanza.
Per fare un esempio, la tossicità si concentra nella corteccia e non nella foglia, una tisana preparata con le foglie è paragonabile ad una tazzina di caffè. Assimilare la resina prodotta dalla corteccia causa effetti molto più accentuati. Euforia, beatitudine, estasi e visioni che possono protrarsi sino a sei ore.
Su alcuni siti viene presentato solo come una sostanza terapeutica, energizzante e salutare. Forse è il caso di informarsi meglio!

GIOVANI E ALCOL STATISTICHE


Il 64% dei ragazzi di eta' compresa tra i 12 e i 18 anni dichiara di bere alcolici. E' quanto emerge dall'Indagine conoscitiva sulla condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza in Italia 2012, presentata oggi a Roma da Telefono Azzurro ed Eurispes. Quella di bere, rivela lo studio, e' "un'abitudine per il 10,6% e per il 2,5% che ne fa un uso quotidiano, mentre sceglie solo qualche volta questo genere di bibite il 50,9%.
Solo il 35,2% dei ragazzi afferma di non essere interessato all'alcol.
Il consumo di alcolici sembra avere inizio soprattutto nel periodo della scuola media, sottolineano Telefono Azzurro ed Eurispes: e' cosi' per il 65,7% dei ragazzi piu' giovani (12-15 anni) e per il 44,1% dei piu' grandi. Questi ultimi - ben il 46,2% - dichiarano, inoltre, di aver bevuto alcolici la prima volta dopo i 15 anni. Allo stesso tempo si deve sottolineare anche che il 21,1% dei protagonisti della ricerca aveva meno di 11 anni quando hanno bevuto la prima bevanda alcolica.
"La classifica dei consumi di alcol tra i giovanissimi e' la seguente - elenca l'indagine - i ragazzi di 16-18 anni apprezzano in particolar modo i cocktail e gli aperitivi alcolici, raggiungendo quasi il 60% del campione (spesso il 18,4% e qualche volta il 42,2%); il 58,9% ama la birra (rispettivamente 20,5% e 38,4%). Inoltre, i superalcolici sono apprezzati dal 46,4% (31,6% e 14,8%), seguono gli shottini (41,3%) e un po' meno il vino (31,7%). Invece, i piu' giovani prediligono la birra nel 42,4% dei casi, amano i cocktail e gli aperitivi alcolici nel 36,3% dei ragazzi intervistati, scelgono il vino nel 22,2%, i superalcolici nel 19,2% e gli shottini nel 17,4%.
Piu' della meta' dei 12-15enni dichiara di bere alcolici durante le feste (59,7%)".

CANNABIS FRIULI VENEZIA GIULIA


Gennaio 2013. Anche il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia approva l’erogazione dei farmaci a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche. Lo comunica una nota del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.
A seguire la Puglia, che già li somministrava da tempo, abbiamo Toscana, Veneto, Liguria ed ora il Friuli V.G.
Tenendo presente che siamo in “periodo elettorale”, ed in questi frangenti molti politici preferiscono fermare e rimandare al dopo elezioni emendamenti che possono influenzare l’opinione pubblica, aspettiamoci grossi cambiamenti in materia di cannabis entro la metà del 2013.
Sono certo che questi farmaci verranno approvati ed utilizzati anche in italia. Lo penso perché gli interessi commerciali e speculativi + la forza economica di alcuni magnati della finanza e farmaceutica che stanno investendo per legalizzare la cannabis, non possono essere contrastati dal politico di turno che pensa di fermare la legalizzazione della cannabis con qualche articolo di giornale e la sua “bella faccia”.
Quando la cannabis terapeutica sarà legalizzata non cambierà assolutamente niente. La cannabis è un antidolorifico ed abbiamo già centinaia di antidolorifici ben più dannosi ed aggressivi della cannabis. Anzi, se la cannabis terapeutica sostituisse altri farmaci con effetti collaterali ben più devastanti sarebbe un bene.
Purtroppo non sarà così. La cannabis aprirà un nuovo mercato per le farmaceutiche produttrici e non andrà a limitare l’uso di altri farmaci. Come ad esempio nella terapia del dolore dove precederà e si affiancherà l’uso della morfina.
L’approvazione della cannabis per fini terapeutici non è che il primo passo di un progetto molto più vasto. Una volta approvata come farmaco partirà la - fase 2 - “approvazione della cannabis per fini ricreativi”. Esattamente quello che stanno facendo negli USA ed altre nazioni.
Terza fase: approvazione della somministrazione controllata. In altre parole la distribuzione controllata da parte dei servizi sanitari di droghe pesanti, giustificando questo genocidio con motivazioni tipo:
- I drogati sono malati e non guariscono.
- Se le droghe vengono “gestite” dallo stato si riducono gli introiti delle mafie e crimine organizzato.
- Se il drogato non deve rubare non si degrada e non finisce in carcere.
- Se la droga è gestita con adeguate precauzioni igeniche il drogato non si ammala.
- Meno cure per le malattie connesse - Meno persone in carcere - Meno criminalità - Meno spese per l’amministrazione della giustizia - Più posti di lavoro per produrre e gestire le droghe a livello nazionale.
Pensare che queste cose siano giuste è pazzia. Qui non si prende in considerazione il diritto alla vita. Il risultato di una somministrazione controllata è la creazione di zombie. Esseri umani ridotti ad una vita misera. 
Questo progetto ha solo un fine sensato. È il motivo per cui esistono le droghe: “Il desiderio di ricchezza e potere senza il minimo senso di pudore e rispetto umano. Persone a cui interessa unicamente il loro patrimonio finanziario senza badare a quante vite umane devono distruggere”.
Pianeta terra. Anno 2013.

domenica 13 gennaio 2013

GUERRA DELL'OPPIO


La Cina è stata la prima nazione a cercare di combattere l’abuso di droghe.
Prima del sec. XVIII l’oppio veniva prodotto in Cina ma solo per fini farmacologici. Successivamente i Britannici imposero il loro monopolio sul commercio gestito dalla Compagnia delle Indie Orientali (inglese).
In principio la Compagnia produceva oppio nel Bengala, lo importava in Cina utilizzandolo come merce di scambio per l’acquisto di tessuti di lana dallo Yorkshire che a sua volta esportava nei paesi europei. Successivamente l’importazione dell’oppio si dimostrò molto più redditizia e semplice a comfronto del commercio ed importazione in europa della lana.
Sempre nel XVIII secolo l’oppio iniziò ad essere fumato per fini “ricreativi” fino a diventare una piaga sociale.
Inevitabilmente da un lato il governo cinese, incapage di contenere la piaga cercava di reprimerne l’abuso. Dall’altro lato, criminalità cinese e Compagnia delle Indie sfruttavano avidamente la situazione.
Nel 1729 un editto imperiale proibiva il commercio e il fumo d'oppio; nel 1796 un altro decreto ne vietava l'importazione e la produzione in Cina. Dopo il 1800 editti e decreti proibitivi si moltiplicarono. 
Dal 1800 al 1821 le importazioni di oppio erano in media di 27.000 Kg all'anno. 
Il commercio con la Cina, e non solo quello dell'oppio, era lucrativo. Il monopolio affidato da parte inglese alla Compagnia delle Indie orientali contrastava con le richieste di altre ditte commerciali inglesi. Interessi, concorrenza e voglia di potere portò il governo inglese a sciogliere, nel 1834, la Compagnia delle Indie. Ciò non pose fine al commercio d’oppio. Anzi, apri a molti la possibilità di aggiudicarsi il mercato illecito dell’oppio sia sul fronte cinese che su quello inglese.
Nel 1838 le importazioni di oppio erano arrivate 432.000 Kg all’anno.
Vari e vani i tentativi inglesi di gestire diplomaticamente questa “miniera d’oro” che conduceva il popolo cinese ad una vita di dipendenza, schiavitù morale, depravazione e degradazione sino alla morte.
Dal 1840 al 1842 la guerra dell’oppio vide lo scontro delle truppe britanniche che appoggiavano militarmente l’importazione di oppio sul territorio cinese. Una volta cessati i combattimenti, nei due anni successivi si susseguivano scontri burocratici, legali e diplomatici. 
La Cina inizia a sviluppare cure pagliative con farmaci a base oppiacea per curare la dipendenza dei fumatori d’oppio.
Arrivarono le tasse d’importazione doganale ed alla fine il dominio britannico perse rispetto e credibilità. La Cina iniziò a stipulare accordi con Stati Uniti e Francia ma solo per prodotti commerciali.
Quello che è successo in Cina è esattamente quello che è successo, con un ritardo di 200 anni in Europa e Stati Uniti. Ovvero, sostanze tossiche utilizzate per fini terapeutici che diventano droghe. Stati che più o meno vietano alcune droghe e realizzano terapie per curare le dipendenze utilizzando ulteriori sostanze tossiche legali ed avidi spacciatori internazionali che si arricchiscono a dismisura senza il minimo rispetto della vita umana. 
Invertendo gli addendi il risultato non cambia!

venerdì 11 gennaio 2013

STUPEFATTO - ITINERARIA

Una breve relazione pervenutaci da un docente a seguito della partecipazione all'opera teatrale: Stupefatto della compagnia ITINERARIA:


Interessante è il fatto che più di uno studente ha raccontato che all’inizio della storia, quando Rico descrive le prime esperienze con le canne,  ha provato il desiderio di provare anche lui/lei. Continuando però a seguire la vicenda, ha sentito tutto il dramma cui questo inizio ha portato, e ha cambiato radicalmente idea.
Molto è piaciuto anche lo scambio di notizie finale con l’attore, che ha portato informazioni per loro, e anche per noi, nuove.
Dal nostro punto di vista, questo spettacolo era davvero adatto ai nostri ragazzi, per il linguaggio e per la recitazione, e soprattutto per il punto di vista da cui la vicenda è  vissuta e narrata, punto di vista che non permette una facile confutazione dell’idea di fondo sulla droga.  
La bravura dell’attore, l’efficace costruzione dello spettacolo, il testo che pare scritto mano a mano che si svolge la vicenda, danno agli spettatori quel coinvolgimento e quella partecipazione che permette davvero di interrogarsi sui  giovani coinvolti in questa dipendenza. 
Il bilancio della partecipazione è sicuramente molto positivo e ci porta ad auspicare la ripetizione dell’esperienza anche per i prossimi anni.

Per maggiori informazioni: www.itineraria.it

martedì 8 gennaio 2013

DECRETO BALDUZZI


Entra in vigore il decreto legge Balduzzi. Per chi vende prodotti vietati ai minori sono previste multe fino a 2.000 euro. D’ora in poi poi per acquistare sigarette e bevande alcoliche sarà necessario esibire la carta d’identità. È questa una delle misure a più largo effetto contenute nel decreto legge Sanità predisposto dal ministro della Salute Renato Balduzzi, pubblicato a novembre sulla gazzetta ufficiale ed entrato in vigore con l’inizio del nuovo anno.
Molti esercenti hanno esposto cartelli sulle vetrine o all’interno dei locali che spiegano il nuovo divieto che ha alzato ai 18 anni il limite rispetto ai 16 anni previsti finora.
Sempre nel decreto Balduzzi è presente una vistosa stretta sul gioco d’azzardo, con un’attenzione particolare sui minori. Pur non essendo alla fine entrata in vigore la proposta di stabilire una distanza minima dei videopoker di 500 metri da istituti scolastici, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente da giovani, sono diverse le misure atte a contrastare il gioco patologico.

lunedì 7 gennaio 2013

LSD - ACIDO - TRIP - CARTONE


L’LSD (dietilamide dell’acido lisergico) venne sintetizzato per la prima volta nel 1938 nei Laboratori della farmaceutica Sandoz da Albert Hoffman. Hoffman stava effettuando ricerche sulla segale cornuta (un fungo) nel tentativo di ricavare sostanze utilizzabili come farmaci.
Nel 1943 Hoffman toccò casualmente pochi microgrammi di LSD-25 (da lui chiamato LSD-25 perché proveniente dal campione numero 25) a mani nude. La sostanza etrò in circolo penetrando attraverso la pelle e causando effetti allucinogeni.
L’LSD è la droga più violenta e pericolosa. Non è semplice capire cos’è, se una persona ne ha fatto uso ed i danni causati. 
L’LSD viene utilizzato come droga allucinogena dagli anni 60. Inizialmente viene venduto in forma liquida. Ciò consentiva a molti di diluire le dosi limitandone i rischi e gli effetti. Similmente permetteva ad altri di abusarne eccessivamente. 
Capiamo quanto è semplice errare nel dosaggio. Una dose di LSD spazia dai 25 e 250 micogrammi. Per rendere più chiaro il tutto partiamo dall’idea che una goccia d’acqua pesa 0,04 Grammi. Ipotizzando che una goccia di LSD pesi tanto quanto una goccia d’acqua, per avere una dose minima di LSD dobbiamo suddividere una goccia d’acqua in 16 parti. Per avere una dose massima arriviamo a poco più di mezza goccia. Però stiamo parlando di LSD puro senza prendere in considerazione che il produttore/spacciatore ha già diluito il tutto. 
Verso la fine degli anni 70 inizio 80, ci si è resi conto che soltanto un chimico esperto poteva gestire LSD liquida pertanto i produttori/spacciatori hanno iniziato a preparare dosi già pronte e l’LSD si presentava sotto forma piccoli pezzetti di carta imbevuti oppure micropunte in gelatina. Le micropunte in gelatina erano piccole palline come la sfera della penna, quadratini colorati o piccoli cubi racchiusi in gelatina ovvero come due fogli di nastro adesivo trasparente che racchiudevano all’interno la pallina. Una volta ingerita la sostanza, la gelatina si scioglieva ed untrava in circolo l’acido. 
Anche qui gli effetti duravano a secondo del dosaggio scelto dal produttore. Alcuni giovani, temendone i frequenti danni celebrali, dividevano in due o quattro parti una dose ritagliando il foglio di carta o con una lametta la micropunta così da limitarne il dosaggio.
Negli anni 90 l’LSD sembrava sparito. O meglio, alcuni giovani dicevano di averne assunto ma quando parlavano degli effetti era evidente che non si trattava di LSD. Parlavano di due ore con distorsioni delle percezioni (muri che si muovevano e simili). L’LSD causa vere e proprie allucinazioni e dura molto più a lungo. 
All’inizio del 2000 l’LSD è tornato. Sono in pochi a farne uso. Alcuni lo fanno in modo limitato anche se gli imprevedibili ed incontrollabili danni celebrali ed incidenti a cui chi ne fa uso viene esposto vanno al di la di ogni possibile precauzione.
La cosa peggiore dell’LSD è proprio la manipolazione dei dosaggi in fase di preparazione. Ad oggi è commercializzato solo imbevuto in pezzetti di carta. In gergo vengono chiamati “cartoni”. La preparazione delle dosi prevede l’utilizzo di un contagocce così da far “cadere” sul pezzetto di carta una o due gocce di acido a seconda di quanto è stato diluito.  Una manipolazioni inesperta o incurante darà come risultato dosaggi errati per difetto o per eccesso e ciò può elevare la possibilità di incidenti, danni celebrali irreversibili e decessi.
Insomma, quando uno si fa una canna sà cosa ci mette dentro ed anche se ne mette un poco di più... Con l’LSD prendi un pezzo di carta preparato da altri. Cosa contine? Quanto? Se mentre cadeva la goccia, un tremore della mano ne ha fatta cadere una in più? Se è la tua prima volta e quello contiene 250 microgrammi? Vale la pena di rischiare?

domenica 6 gennaio 2013

PINK FLOYD - LSD


Più volte, parlando di droghe ed in particolare di LSD, alcune persone ricordano i Pink Floyd come una band che ha abusato per diversi anni di LSD. Si dice che la band identifica, negli effetti dell’acido lisergico, la Musa ispiratrice dei loro brani psichedelici.
I Pink Floyd si sono formati a Londra nel 1965, quando Syd Barrett si unisce ad una band di studenti.
È Barrett l’amante degli effetti allucinogeni dell’LSD. La carriera di Barret con la nota band dura meno di 3 anni, dal 65 al 68.
In quegli anni i brani portano quasi tutti la firma di Barrett, voce solista della band, già identificato come la mente geniale e folle del gruppo. Già nel 67 Barrett appare sempre meno lucido ed affidabile. Anche il suo apporto creativo diminuisce: i singoli “Apples and Oranges” e “It Would Be So Nice” non replicano i successi precedenti e i suoi scostanti atteggiamenti cominciano a minare l'attività del gruppo. Alcuni plateali episodi entrati nella leggenda testimoniano tristemente una labilità psichica preoccupante che fa smarrire ogni appiglio col mondo reale. A causa della sua progressiva incapacità di sostenere qualunque apparizione pubblica (concerti, interviste, apparizioni televisive), viene gradualmente sostituito da David Gilmour. Le precarie condizioni psichiche causate dall’abuso di LSD lo portano a un autoisolamento e a un rapido e inesorabile allontanamento dalle scene musicali. Infatti dal 68 in poi incide soltanto due albun da solista mai considerati degni della sua fama.
I brani che hanno reso i Pink Floyd famosi sul mercato internazionale vengono realizzato negli anni successivi l’uscita di Barrett. Per citarne alcuni: The Dark Side of the Moon, Wish You Were Here e The Wall. Non hanno nulla a che vedere con l’abuso di LSD! A parte alcuni video clip realizzati con immagini psichedeliche che richiamano il mondo immaginario generato dagli effetti allucinogeni dell’LSD.
Se fosse per l’LSD i Pink Floyd avrebbero fatto la fine di Barret. Altro che Musa ispiratrice.

venerdì 4 gennaio 2013

PREVENZIONE DROGHE MIUR


Attivare una prevenzione precoce contro l'uso di sostanze, l'abuso alcolico e il gioco d'azzardo nella popolazione studentesca. Questo uno dei principi fondamentali dell'accordo siglato tra il ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca e il Dipartimento politiche antidroga, che mira a definire e condividere i concetti di base per poter realizzare strategie e interventi di prevenzione finalizzati a evitare l'inizio dell'uso di sostanze stupefacenti e l'abuso alcolico o poterne ritardare l'inizio proprio nella popolazione giovanile.
Anche il consumo occasionale - sottolinea una nota - risulta estremamente pericoloso. Proprio per questo il Dpa mettera' a disposizione delle scuole videoconferenze con esperti nel campo delle dipendenze e delle neuroscienze, utilizzabili come materiale didattico, nonché kit informativi e didattici per un aggiornamento continuo dei docenti sul tema. Il Miur dal canto suo provvederà a promuovere, supportare, diffondere e favorire la diffusione nel mondo della scuola dei progetti educativi elaborati in collaborazione con il Dpa. 
"Questo importante accordo - ha dichiarato Giovanni Serpelloni, capo del Dpa - ci permettera' grazie alla preziosa collaborazione del Miur e di tutte le scuole italiane, di sviluppare e approfondire con tutti gli studenti delle tematiche importanti come quelle che riguardano il consumo di droga, l'alcol e anche il gioco d'azzardo patologico, ma soprattutto incrementare gli interventi coordinati di prevenzione dell'uso di sostanze soprattutto nei giovani. Riteniamo infatti che poter disporre di opzioni e misure di prevenzione dall'offerta di droghe sia un diritto umano da assicurare alle giovani generazioni'.
Per sviluppare della prevenzione droghe ed alcol efficace: info@prevenzionedroghe.org saremo a completa disposizione per eventuali informazioni.

giovedì 3 gennaio 2013

CANNABIS IN USA


Dopo Colorado e Washington, altri sette Stati americani potrebbero legalizzare la cannabis per uso “ricreativo”. È quanto afferma l'editorialista politico Tim Dickinson sulle pagine della rivista Rolling Stone.
Dickinson ha sottolineato i risultati di un sondaggio, secondo cui il 58% degli americani è favorevole alla liberalizzazione della marijuana. Dickinson ha anche ricordato le dichiarazioni pro-cannabis dell'ex-presidente Democratico Jimmy Carter del 12 dicembre.
Nell'elenco degli Stati prossimi alla liberalizzazione, il giornalista ha messo al primo posto altri due Stati dell'ovest, Oregon e California. Nel primo caso, dove il referendum di novembre non è passato, lo Stato potrebbe cambiare idea per la prossimità con lo Stato di Washington.
La California, primo Stato a legalizzare nel 1996 la cannabis per scopi terapeutici (norma oggi in vigore in 20 Stati), ne ha già depenalizzato il possesso, ora punibile con una multa di 100 dollari.
Tra gli altri Stati, Dickinson ha menzionato il Nevada, dove la città di Las Vegas “in materia di scommesse e prostituzione ha sempre legalizzato quanto proibito altrove”, tre Stati del New England (Rhode Island, Maine, Vermont) e l'Alaska. In quest'ultimo caso il possesso della cannabis è legale dal 1975. Inizialmente nello Stato più a nord degli Usa si potevano detenere fino a 113 grammi, ma dopo una sentenza del 2006 il limite è stato ridotto a circa 28 grammi.