domenica 31 maggio 2020

SPACCIATO di Enrico Comi

Il capitolo introduttivo del racconto autobiografico SPACCIATO
Un solo attimo per cancellare una vita. Potrebbe non bastare una vita per cancellare quell’attimo.
James Douglas Morrison


Sto uscendo di casa. Una delle tante giornate coperte da una nuvola grigia. Anche se fosse una ridente giornata primaverile, quando usi eroina, tutte le giornate sono coperte da un velo grigiastro. Lo sguardo basso e un’unica idea fissa: soldi e dosi. I reni hanno iniziato ad irrigidirsi e continuo a sbadigliare. Non ho molto tempo a disposizione. Sono trascorse 10 ore dall’ultima dose ed i primi sintomi della crisi d’astinenza iniziano a ricordarmi che, a breve, si scateneranno su di me.
Sto subendo un mutamento. Proprio come un lupo mannaro che, nelle notti di luna piena, si trasforma in un animale assetato di sangue. Ho iniziato la metamorfosi da Rico a bestia. Un rapace che non mangia da giorni ed ora deve procurarsi del cibo. La possibilità di fallire nel procurarsi le dosi? Impossibile! 
Non so come, ma ho la certezza che entro un’ora sarò strafatto.
Salgo in auto, come se niente fosse, giro la chiave per azionare il motorino d’avviamento. Nessun segno di vita. Da quasi un mese il motorino d’avviamento non funziona come dovrebbe. Mi ostino comunque a provare ad accenderla ogni volta. In effetti 1-2 volte ogni 50 tentativi parte. Due bestemmie ed un cazzotto sul cruscotto. Come al solito, metto la folle e scendo dall’auto. Mantenendo aperta la portiera la spingo. Presa un poco di velocità balzo sul sedile del conducente e metto la seconda. Niente! L’auto si ferma senza mettersi in moto. La spingo per altri dieci metri e prendo la discesa che porta verso la stazione. Con l’aiuto della discesa, l’auto prende velocità. Metto la seconda e lascio andare il pedale della frizione. Il motore non fatica ad accendersi. Uno sforzo fisico mentre sei in crisi d’astinenza e disumano. Qualsiasi peso si decuplica. Poco importa, ora sto viaggiando. 
La mente viaggia a 1000. Guardo ogni persona che incontro. Ad esempio le signore, osservo come tengono la borsetta, se intorno a loro non c’è nessuno. Se sono vestite con capi griffati è probabile che abbiano del contante nel portafoglio o se indossano gioielli di valore. Come se fossi un radar, osservo con molta attenzione l’area circostante. Se non c’è nessuno nelle vicinanze posso avere più tempo per la fuga, dopo aver scippato la vittima prescelta. Quasi sempre le puoi scippare senza far loro del male. Impiegano qualche secondo prima di capire quello che sta succedendo. Secondi vitali, mi permettono di dileguarmi con rapidità ed in men che non si dica, sono già in auto lasciata accesa dietro l’angolo. 
Guardo le auto parcheggiate. Potrei individuare la situazione giusta per rubare un’autoradio. 
Arrivo a Carate Brianza, mi fermo di fronte alla mia farmacia preferita, spesso riesco a procurarmi qualche psicofarmaco. Scendo dall’auto e mi avvicino all’entrata. Benissimo, dietro al banco c’è il proprietario. Un signore anziano che riesco a manipolare. O meglio, che è così buono da restare ad ascoltare un cazzone come me e cercare di aiutarlo. Fino a pochi anni prima non esistevano gli spacciatori. I tossici acquistavano morfina in farmacia. Era legale e non necessitava di alcuna ricetta. Ora no, ma lui, avendo fatto il lavoro di farmacista negli anni di distribuzione della morfina, ne ha visti tanti di tossici e ne vede ancora oggi, si presentano continuamente in farmacia per acquistare siringhe. Probabilmente gli faccio pena e questo mi permette di abusare dei suoi sentimenti e far leva sulla sua buona indole. Lui mi vuole aiutare.
Mi avvicino con disinvoltura al bancone: «Buongiorno. Una siringa.» Guardandomi con il suo saggio ed umano sguardo, abbassa il braccio sotto il banco, prende una siringa e me la porge. Pago e mi da lo scontrino. «Per cortesia ho bisogno di qualcosa. Ho trovato un lavoro e sono anche in ritardo. Il problema è che sto male. Se non calmo un po’ i dolori non riesco a lavorare.» Ovviamente sono tutte balle. non ho alcun lavoro.
Rimane lì in piedi a guardarmi. Vorrebbe dirmi qualcosa o magari vorrebbe insultarmi e cacciarmi. Al mio fianco una signora anziana viene servita da un’altra farmacista. Dietro di me una giovane mamma con un bimbo in braccio ed una bimba tenuta per mano. 
Fingono di non vedere ma sono lì che ascoltano attentamente. Tutti tesi ad aspettare una risposta dal vecchio. Lui non dice nulla. Rimane lì a guardarmi. Faccio io la prima mossa: «Morfina. Non quella da 0,5 non la sento.» Il vecchio si rianima di colpo. Ho commesso un grave errore, ed ora è in difficoltà. Non può far vedere ad altri che mi da della morfina. Non è legale.
Risponde in modo distaccato e professionale: «Niente da iniettare.» Subito mi rendo conto del mio errore: «Mi dia del valium. Quello in gocce va bene. Così sono obbligato a berlo.» Il mio saggio amico va nel retro e torna con una confezione di valium arrotolata nella classica carta delle farmacie. Metto le mani in tasca e riverso alcune monetine sul bancone. «Sparisci» dice con voce bassa ed austera. Arraffo il Valium e guardandolo negli occhi lo ringrazio.
Salgo in auto di fretta. Scarto la siringa, infilo l’ago nel flacone e prelievo una discreta quantità di valium. Proprio di fronte all’uscita della farmacia, con l’auto sempre accesa per non doverla spingere alla ripartenza. Alzo la manica della camicia, stringo il pugno e controllo le vene del braccio sinistro. Sono piene di piccoli puntini rossi più o meno evidenti. Scendendo verso la mano ho le vene più “pulite” ed è proprio lì che appoggio l’ago sopra la vena. Inizio a spingere la siringa e l’ago s’infila sottopelle sin dentro la vena. Tiro indietro lo stantuffo. Del sangue entra nella siringa. La conferma che ho centrato perfettamente la vena. Inizio a spingere lo stantuffo. 
Faccio piano e subito un fortissimo sapore dolciastro pervade tutti i sensi. Inizio a sentirmi punzecchiare. È una sensazione molto strana. Come se decine di persone, con degli spilli in mano, inizino a pungerti a raffica su tutto il corpo. Dalla pianta del piede su per i testicoli sino ad arrivare alla testa.
Conosco questa reazione. Non è la prima volta che mi inietto del valium. Esiste quello da prendere per via orale e quello per via endovenosa. Quello da iniettare non da questi effetti. Però, iniettare quello da ingerire per via orale, causa queste reazioni. Questione di un paio di minuti poi tutto questo punzecchiare passa. La cosa importante è che calma i dolori della crisi d’astinenza. Non ti sballa, ma ti calma per circa un’ora.
Alzo lo sguardo proprio mentre i dolori si stanno placando, ho una sensazione di sollievo. Immagina di stare molto male con dolori vari che si concentrano sui reni estendendosi per tutto il corpo. I primi segnali della crisi d’astinenza. Poi, nell’arco di due secondi sparisce tutto. È una forte sensazione di beatitudine. Tanto da rilassare subito i muscoli e lasciarti andare ad un profondo respiro di sollievo. Eccola lì, la vecchietta che poco prima era in farmacia, è in piedi di fianco all’auto che mi guarda. Non ci credo. È lì che guarda il mio braccio mentre sfilo la siringa. La guardo e sinceramente sono un poco dispiaciuto d’averle regalato questo show. Almeno oggi avrà qualcosa da raccontare all’amica.

Si riparte, direzione Seregno. Devo comunque procurarmi delle dosi. Il Valium mi sta solo concedendo un Time-Out. I dolori della crisi d’astinenza si ripresenteranno presto e non posso permettermi di perdere tempo. Sto entrando in Seregno e svolto verso il cimitero. Parcheggio proprio vicino all’entrata lasciando sempre il motore acceso. Scendo dall’auto e noto subito che all’interno c’è poca gente. Perfetto. 
Entro con fare tranquillo e pacato. Fingo di guardare delle lapidi, come fossi un parente che visita qualche defunto. Mi basta una frazione di secondo per vedere quante persone ci sono e dove sono collocate. Alla mia destra, a circa 150 metri dall’uscita c’è una signora sulla sessantina. Elegante e ben pettinata. Mi avvicino sempre fingendomi una persona comune. Giunto vicino a lei, cerco di metterla a suo agio: «Mi scusi, lei è di Seregno?». Mi guarda annuendo. «Sto cercando la tomba di mio zio. In effetti non sono mai venuto a trovarlo. La zia mi ha detto che è più o meno qui. Lissoni Sergio, le dice qualcosa?». Resta un attimo ferma a pensare. Poi, inizia a spiegarmi dove potrebbe trovarsi la tomba dello zio. Proprio mentre si gira per indicarmi il posto, afferro la borsetta con due mani portando tutto il peso del mio corpo verso il basso. Ovviamente la borsa si sfila facilmente dal braccio. Mi giro e corro verso l’uscita. Non la sento urlare.
Mentre corro infilo la borsetta sotto la maglietta. Giunto all’uscita inizio a camminare normalmente. Mi giro e la signora è ancora la. Qualcuno gli si sta avvicinando. Ho tutto il tempo per sparire.
Arrivo all’auto. NO! Si è spenta! Butto la borsa in auto ed inizio a spingere. Con un balzo felino salgo e metto la seconda. Niente! Non parte. Scendo dall’auto e di fianco a me un signore ed una signora sulla cinquantina stanno camminando, probabilmente si recano al cimitero. Con fare indifferente ed in tutta tranquillità: «Per cortesia, mi potrebbe aiutare a dare una piccola spinta?». Li vedo titubanti: «Parte subito!». I due, insieme a me iniziano a spingere. Do un rapido sguardo all’ingresso ed eccolo lì, l’uomo che ha assistito la signora scippata sta uscendo e mi vede. Lo sento urlare ed io mi rendo conto che non posso fallire nell’accendere subito l’auto: «Dai! DAI!» Esclamo per incoraggiare i due a spingere. Salto sull’auto e parte. Yahoo! Mi affaccio al finestrino ed urlo: «GRAZIE». Sono a circa 100 metri quando vedo nello specchietto che i tre si sono riuniti ed anche la signora scippata si sta avvicinando a loro. Mi dispiace signori. Oggi è andata così.

Faccio qualche kilometro evitando le strade più frequentate. Mi fermo ed apro la borsetta. Potrei aver fatto tutto per niente. Non sarebbe la prima volta. Un bel portafoglio bello gonfio. lo apro e vedo solo ricevute; due foto ed un paio di scontrini. Forse una delle foto è del marito. Merda. Apro l’ultima tasca, sembra contenere solo monete. Eccoli lì 160,00 Euro accartocciati nel reparto monete. Meno male. Vado spedito fino a casa dello spacciatore. È un personaggio, 45 anni, padre di famiglia e da poco, oltre a vendere eroina ha iniziato ad usarla. 
Con lui bisogna stare attenti. È molto nervoso e se fai qualcosa che non gli aggrada ti caccia e non te la da più. In effetti sono pochi quelli che possono andare a casa sua.
Suono il campanello. Lo suono ancora. Dopo due minuti si sente la sua vociona: «Chi è?» «Sono Rico.» «Rico chi?» «Sono io. Tutte le volte rispondi: Rico chi?» Aprendo la porta: «Stavo dormendo» e mi fa entrare. Andiamo in bagno. È lì che la tiene. Se arrivano gli sbirri la butta nel cesso e tira l’acqua. Tiro fuori i soldi. Non l’avessi mai fatto: «Coglione! Mi svegli per 160,00 Euro. Se vieni qui a casa non farti vedere con meno di 500,00.» Mentre continua ad insultarmi mette un po’ di ero in un sacchetto e me lo porge. Essendo un po’ stordito dal sonno si sbaglia e me ne da più del dovuto. Comunque sia ci devo provare: «Solo?! Ti ho dato 160,00 Euro. Dai che domani dovrei prendere 20 pezzi (20 Grammi)». Continua a brontolare ma ne mette ancora un po’. Ci salutiamo e schizzo via.

Immagino che puoi intuire cosa sto facendo ora!

giovedì 28 maggio 2020

N.R.G. 41356/2018 P.U. 19/12/2019 CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

Come al solito, alcuni politici lasciano dichiarazioni senza neppure leggere le sentenze ed un branco di incompetenti giornalisti pubblicano per partito preso, per creare allarmismi o comunque per riempire pagine di parole senza documentarsi a sufficienza. Infatti, lo scorso dicembre 2019, molte testate giornalistiche hanno riportato articoli dal titolo: La Corte di Cassazione dichiara che la coltivazione di Cannabis per uso personale non è reato.
La Corte di Cassazione non ha autorizzato o modificato alcuna legge. La massima corte, non emette leggi. Effettua dei controlli in merito a sentenze di primo e secondo grado e dichiara se erano conformi alla legge oppure chiede di rivedere una determinata sentenza sottolineando le violazioni di legge. Pertanto: La corte ha solo dichiarato che la coltivazione di stupefacenti è un reato. Però (detto con parole mie) esistono vari tipi di Cannabis e gran parte non contengono il principio attivo che le rende sostanze stupefacenti. Se uno coltiva tipi di cannabis o cannabis che, per la fase di crescita, non ha ancora raggiunto la fioritura e pertanto non ha ancora sviluppato una certa quantità di principio attivo, uno potrebbe anche coltivarla per altri fini che non rientrano nel reato penale e pertanto non si viola alcuna legge. Ricordiamoci che solo il tipo botanico di cannabis indica o sativa sviluppa il principio attivo THC e pertanto ha proprietà droganti. Inoltre, solo le piante femmine di queste due varietà raggiungono la fioritura e sviluppano il THC. Per dirla in breve, io posso coltivare piante maschie perché mi piacciono. Oppure per accendere il camino. Per fare un tessuto oppure per ricavarne un isolante e questo non viola alcuna legge. Posso così fumarmene di piante maschie, se non contengono il THC non ho alcun effetto drogante. È dal 1990 che esiste un d.P.R. (Decreto del Presidente della Repubblica) che convalida quanto dichiarato dalla Corte di Cassazione il 19 Dicembre scorso. Ricapitolando, la Corte ha soltanto rivisto una precedente sentenza dove un giovane campano era stato incriminato per aver coltivato due piante in casa. Le due piante non possedevano ancora alcuna sostanza drogante. Pertanto, non è possibile dimostrarne l'uso.

mercoledì 27 maggio 2020

LIBRO STUPEFATTO

Nel corso degli ultimi dodici mesi, Stupefatto ha varcato i confini di stato. Si è spinto addirittura oltreoceano. Su Amazon.it è disponibile la versione in Inglese e francese. (Stoved e Stupefait). 
È inoltre pronta la prima traduzione della versione in lingua spagnola. CI vorranno ancora mesi prima di arrivare a pubblicarlo. Intanto siamo sulla buona strada. Buona lettura!

lunedì 25 maggio 2020

SPACCIATO IL NUOVO LIBRO DI Enrico Comi


SPACCIATO 
Un solo attimo per cancellare una vita. Potrebbe non bastare una vita per cancellare quell’attimo.
Cit. James Douglas Morrison 
Da oltre quarant’anni, istituzioni pubbliche, privati, associazioni, comunità di recupero, forze dell’ordine ed enti vari, combattono per contrastare il mercato delle droghe. Risultato? L’età media di chi ne fa uso continua a calare, l’eroina è tornata e la statistica di chi ne abusa è in continua crescita. Cosa dobbiamo dedurre? Sicuramente ciò che abbiamo fatto fino ad oggi è stato scorretto o parzialmente inutile. Oppure, è stato fatto troppo poco.
Enrico soprannominato Rico. Un’infanzia senza particolari problemi ma, come tanti, si approccia al mondo delle droghe. Da quel giorno un lento processo autodistruttivo lo porta a trasformarsi in un criminale. A soli ventidue anni viene abbandonato in coma in un bosco. Ad un passo da morte certa. Rico, quando nessun scommettitore avrebbe mai puntato neppure un centesimo su di lui, riesce a riprendersi. Ora Rico è padre di tre figli. Da venticinque anni si dedica alla prevenzione portando la sua testimonianza nelle scuole. 
I vecchi amici? Alcuni sono morti dopo anni duri fra spaccio, rapine e prostituzione. 
Purtroppo siamo spettatori di un fenomeno che ci rende impotenti. Negli anni ’80 le prime comunità ed i primi investimenti statali per controllare e contrastare il fenomeno attraverso le forze di polizia. Negli anni ’90 le droghe cambiano. Inizia a spopolare l’ecstasy e la cocaina. Alle soglie del 2000 arrivano le, sempre più diffuse, droghe chimiche. Ad oggi siamo allo sbando. È prepotentemente ritornata l’eroina ed anche la cannabis, nella fattispecie quella sintetica causa danni al pari se non oltre diverse droghe pesanti. 
Perché? Chi sono i fautori di questa guerra? Chi dobbiamo combattere?
Rico ci spiega che in Afghanistan si produce un’ enorme quantità di oppio. Un processo di raffinazione lo trasforma in eroina. Per un narcotrafficante, che acquista oppio dai contadini afgani, lo raffina e lo distribuisce sulle piazze di spaccio, c’è un margine di guadagno che spazia intorno al 1700%. Sarebbe come acquistare della cicoria al mercato per poi rivenderla al costo di 20,00 Euro a foglia. Questo spinge, persone che non hanno alcun rispetto della vita umana, ma rispettano soltanto i loro profitti, a dedicarsi a questi traffici: mafie, criminalità organizzata, complicità e corruzione da parte di molti... forse troppi.
Ma noi, cosa possiamo fare per salvaguardare i nostri figli?
Rico crede che la prevenzione sia l’unica via percorribile. Fino a quando sussisterà una forte domanda, come in qualsiasi attività commerciale, esisterà il mercato. Arrestiamo uno spacciatore e domani ne arrivano due. Non funziona! Di prevenzione efficace se ne fa ancora troppo poca. 
Rico, 16 anni fa pubblica il suo primo libro: STUPEFATTO avevo 14 anni, la droga molti più di me...
Un testo semplice che, attraverso il vissuto di Rico, risponde a moltissime domande. Oggi è un best seller. Nel 2013, in collaborazione con la compagnia teatrale Itineraria, Stupefatto diventa un’opera teatrale. Spettacolo pluripremiato, prossimo alla sua quattrocentesima replica. Un record!
Giugno 2020. Rico pubblica il suo nuovo libro: SPACCIATO. Non è più una lettura semplice adatta a giovanissimi. Rico si mette completamente a nudo. Racconta di se senza usare filtri. Una lettura cruda e diretta che permette di comprendere appieno le droghe e le trappole connesse. Le prime critiche sorpassano di gran lunga le aspettative. Sorrisi e lacrime si sprecano. Ma anche Rico ci racconta che non è stato semplice andare così a fondo nei suoi ricordi. 
Un brevissimo estratto: “Guardo più attentamente un gruppo di bambini mentre giocano… Mi ci rivedo nei loro sguardi. Rivedo la voglia di vivere che anche noi avevamo alla loro età. Quando Antonella era una bimba, chissà cosa voleva realizzare una volta adulta. Una cosa è certa, nessuno di noi, quando frequentavamo le elementari, voleva diventare un tossicodipendente, spacciatore, prostituirsi, ladro o criminale. Eppure lo siamo diventati.
Per la prima volta mi rendo conto che il nostro peggior nemico era dentro di noi. Era la nostra voglia di vivere e divertirsi. Abbiamo semplicemente fatto delle scelte. Scelte che in quel momento ci apparivano innocue e corrette ma poi, con il passare del tempo...

Un romanzo autobiografico da leggere. Crudo, diretto a tratti volgare ma sincero. Una lettura vera. Ti prende per mano e ti conduce in un tortuoso viaggio. Ti toccherà il cuore e sconvolgerà tutte le tue emozioni. Dall’odio alla gioia. Scoprirai le verità che si celano dietro una tossicodipendenza. Non è un libro per tutti. Se ti senti pronto ad attraversare l’inferno, “allaccia le cinture” e lasciati trasportare. 

PUBBLICAZIONE GIUGNO 2020

Edito da Bellavite editore. Lo trovi online e nelle librerie. Puoi anche rivolgerti direttamente all’autore: www.enricocomi.com

sabato 23 maggio 2020

GIOVANI MORTI A COLICO PER SERATA A BASE DI DROGHE

7 maggio 2020. Due diciannovenni muoiono a Colico. I mass media parlano di un festino a base di droghe. La notizia rimbomba sui social e, come al solito centinaia di post che insultano familiari ed i ragazzi stessi. Classici esempi di razzismo, bullismo e ignoranza popolare da parte di chi, senza conoscere ragazzi e genitori, senza conoscere la realtà dei fatti, con le chiappe sedute sul divano, sputa sentenze. Cosa è stato commentato? 
Due tossici in meno. Ma dov'erano i loro genitori. Se fosse stato mio figlio... Gli sta bene. 
Con questo post voglio solo ripubblicare un articolo che riporta l'intervista di due persone che lottano da anni contro i proprio figli, contro sé stessi e le proprie paure. Ahimè contro l'ignoranza popolare che giudica e condanna. 

giovedì 21 maggio 2020

CANNABIS SINTETICA

La cannabis sintetica, è un tipo di cannabis che, ad occhio nudo, non possiede alcuna differenza con la "normale" cannabis illegale. Quella venduta nelle piazze per fini di sballo. Infatti, ambedue vengono coltivate con gli stessi sistemi. Ma, la sintetica viene intrisa di sostanze psicoattive prodotte in laboratorio e lasciate assorbire. Si tratta di prodotti che vengono spazzati sulle piante in fase di crescita e/o fertilizzanti aventi effetti psicoattivi. 
Quella che viene venduta sulle piazze italiane, proviene da alcuni paesi dell'est. Le coltivazioni sono spesso curate da chimici esperti che riescono addirittura ad elevare il cannabinoide psicoattivo della cannabis da quello che, nella cannabis "normale" è presente al 6-9%. Invece, nella cannabis sintetica raggiunge spesso oltre il 50%.
Per un giovanissimo consumatore di cannabis, che non possiede ancora delle difese immunitarie in grado di contrastare l'elevata presenza di sostanza psicoattiva, l'uso della sintetica potrebbe causare gravissimo danni al sistema nervoso. Danni che, nella maggior parte dei casi risulteranno irreversibili. Attualmente, anno 2020, i reparti ospedalieri di psichiatria, ospitano molti giovani per patologie legate all'uso di cannabis sintetica. 
Due note da non trascurare: 1. Non è l'uso prolungato a causare i danni maggiori. Ma, anche una sola volta potrebbe essere fatale. 2. Come già detto, ad occhio nudo non è possibile notare la differenza fra la sintetica e gli altri tipi di cannabis. Pertanto potrebbe essere assunta da giovani ignari di ciò che stanno assumendo.
Questa spiegazione è elementare. Se cerchi spiegazioni scientifiche, questo blog non fa per te. 

giovedì 14 maggio 2020

"SPACCIATO" il nuovo libro di Enrico Comi

Dopo il successo di StupeFatto, ben sedici anni dopo la sua pubblicazione arriva SPACCIATO. Il "fratello maggiore" di Stupefatto. Mentre il bestseller Stupefatto rimane una pubblicazione indicata per scolaresche (anche dai 12 anni in su) ed adulti che desiderano comprendere il "mondo delle droghe" con un lessico semplice e chiaro, Spacciato si indirizza ad un lettore che desidera vivere a fondo le emozioni. Non lesina lacrime e sorrisi. Rico entra nel suo vissuto in modo diretto e senza filtri. Se sei un lettore che ha apprezzato Cristiana F. Noi i ragazzi dello zoo di Berlino, Spacciato diventerà il tuo libro preferito. In libreria e online dal prossimo giugno 2020.