L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la Doppia Diagnosi come la coesistenza nel medesimo individuo di un disturbo dovuto al consumo di sostanze psicoattive ed un altro disturbo psichiatrico.
Generalmente, la relazione tra una sintomatologia correlata al disturbo psichiatrico di un individuo e quella relativa ad una Dipendenza Patologica può essere di vario tipo.
Da un lato, la dipendenza può manifestarsi come conseguenza di una problematica psichiatrica.
Dall’altro, l’impiego della sostanza può precedere, causare una sintomatologia psichiatrica indotta da uno stato di intossicazione, da una crisi di astinenza o dagli effetti persistenti del consumo prolungato della sostanza. Infine, disturbo mentale e dipendenza patologica possono coesistere parallelamente e non necessariamente influenzarsi, in una causalità del tutto indipendente.
I disturbi mentali derivanti dalle dipendenze sono i Disturbi dell’Umore, prevalentemente soggetti affetti da Disturbo Bipolare, ed i Disturbi di Ansia.
Il trattamento delle Doppie Diagnosi prevede necessariamente un trattamento che preveda una prima fase di disintossicazione-disassuefazione e prevenzione rischio di crisi di astinenza; una seconda fase di trattamento del disturbo psichiatrico; una terza fase di lavoro sull’aspetto motivazione al mantenimento dell’astensione dalla dipendenza, interventi psicoeducazionali mirati al disturbo mentale e alla dipendenza patologica, volti all’identificazione dei principali segni di allarme di ricaduta e prevenzione di uno scompenso.
Prima di tutto non sono un medico. Mi occupo di prevenzione da oltre 25anni e la bipolarità è stata classificata come malattia da oltre un decennio.
1° Che una dipendenza da droghe o alcool causi depressione e vari disturbi dell'umore è fuori da ogni dubbio.
2° Le comunità di recupero hanno risultati positivi dagli anni 80. Li chiamavamo semplicemente tossicodipendenti e non li si trattava come malati mentali.
3° Cosa causa più danno? La tossicodipendenza o la cura psichiatrica? In questi giorni sto parlando con l'ennesimo ragazzo di 22 anni. Da sei anni classificato bipolare. Non usa più droghe da oltre sei mesi ed anche sei mesi fà era un uso saltuario. in questi sei anni ha assunto: tavor, xanax, clopixol, depot, xeplion, resilient, quetiapina, depakin, lurasidone (latuda), sertralina e risperidone. Logicamente anche litio come stabilizzatore d'umore.
RISULTATO: Diverse comunità non accettano casi psichiatrici dato che, vista l'esperienza, li considerano irrecuperabili e difficilissimi da gestire. Le poche comunità che accettano casi psichiatrici lo fanno se è presente anche la dipendenza da droghe o alcool. Insomma, questo ragazzo chi lo aiuta? Se non veniva trattato come malato mentale ma con la sola dipendenza da droghe (TRA L'ALTRO NON STIAMO PARLANDO DI UNA DIPENDENZA DA EROINA O COCAINA. PREVALENTEMENTE CANNABIS), ad oggi, a soli 22 anni poteva essere aiutato e stimolato a ricostruirsi una vita.
Quindi, ti sembra giusto il trattamento in doppia diagnosi per questo caso? Non andrebbero rivisti i protocolli per somministrare legalmente tutti questi farmaci ad un giovane che abusa di cannabis?
Trai tu le conclusioni e, se hai ancora qualche dubbio, leggi gli effetti collaterali dei farmaci elencati.
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