lunedì 1 ottobre 2012

TEMA SUL TABACCO


Il Tabacco arriva in Europa in seguito alle esplorazioni di Colombo, come moda stravagante e riservata a pochi.
Le prime informazioni sul fumo di tabacco si trovano nella "Storia Generale delle Indie" di Bartolomeo de la Casas, il quale scriveva «…gli Indiani mischiano il fiato con il fumo di un’erba chiamata "petum" e soffiano come dannati». Il "petum", detto anche "tabago", veniva annusato, masticato o fumato in pipe di pietra rossastra.
In realtà, far ardere il tabacco aveva un valore religioso per i Maya e i Pellirosse, significava rendere omaggio al Dio Balan, il dio dei quattro venti che accendeva il cielo con lampi e nuvole.
In Europa, pare accertato che il tabacco sia stato coltivato per la prima volta nel giardino reale di Lisbona nel 1558 e che dal Portogallo l'ambasciatore francese Jean Nicot (da lui il termine "Nicotiana") ne abbia spedito i semi in Francia verso il 1560. Qui il tabacco incontrò un tale favore per le sue virtù medicinali che venne posto sotto il patrocinio della Regina Caterina dei Medici.
In Italia venne introdotto nel 1579 dai Cardinali Santa Croce e Tornabuoni e nella buona borghesia l’ora del fumo precedette di almeno due secoli l’ora del te.
Già nel 1600 l’Inghilterra, seguita dalla Francia prima, e dagli altri paesi poi, iniziò a far fruttare l’abitudine al fumo, diventata vero e proprio vizio di molti. Si costituirono i primi monopoli.
Nel 1650 si ballava "il ballo del tabacco", ad indicarne l’influenza nella moda.
Nel 1700 si arrivò ad attribuire al fumo di tabacco capacità medicamentose: era utile a combattere la peste, le ulcere gastriche e le polmoniti; sembrava che le piaghe perdessero la loro virulenza dopo essere state affumicate e che fosse miracoloso il suo effetto sulle carie dentarie; gli epilettici recuperavano l’equilibrio solo dopo aver fumato. Per non parlare poi di piccoli malesseri quali: emicranie, capogiri, nausee. inoltre si millantava un rafforzamento del sistema immunitario capace quindi di una miglior reazione nei confronti di influenze e malanni stagionali.
Tuttavia il passo dal semplice uso al vero e proprio abuso fu breve. Un sigaro per curarsi, una fiutatina di tabacco per schiarirsi le idee e la dipendenza aveva inizio.
Un simpatico aneddoto è legato al noto abito di eccelsa eleganza maschile: Lo Smoking. Infatti la nobiltà degli inizi del 1900, nelle occasioni importanti vestiva il Frac lo Smoking non esisteva. Era di comunqe abitudine, a seguito di importanti banchetti, che le donne si ritiravano a parlare nella “sala della musica”, mentre gli uomini fumavano nella sala del fumo. Purtroppo il fumo imbrattava gli abiti e per ovviare a questo inconveniente sostituivano la lussuosa giacca del Frac con una giacchetta di minor pregio. Questa “giacchetta” venne denominata Smoking ed utilizzata in seguito dal popolo come abito raffinato.
Fu tra le due guerre mondiali che quello che era solo un vizio divenne una vera a propria piaga. Durante la seconda guerra mondiale con lo sviluppo della pubblicità, il vizio del fumo ebbe la sua massima diffusione: nasceva il mito dell’uomo duro e della donna in carriera, entrambi fumatori impenitenti. Dalla televisione al cinema, eroi o presunti tali, fra una sigaretta e l’altra, scoprivano spie nemiche o salvavano il mondo.
Oggi, il fumo ha cessato di essere un fatto individuale, una scelta personale, poichè ci si è accorti che anche il fumo passivo è nocivo. Agli inizi degli anni ’80 un giapponese, Takeshi Hirayama, pubblicò uno studio statistico che dimostrava che in un campione di 50.000 donne sposate, le mogli dei fumatori, pur non essendo fumatrici, si ammalavano di cancro del polmone con frequenza doppia rispetto alle mogli dei non fumatori.
Ad oggi, il primo paese europeo nella produzione del tabacco è l’Italia. Impiega oltre 60.000 addetti che arrivano a 200.000 se calcoliamo i rivenditori connessi.
Produciamo ben 17.000 tonnellate annue.
Abbiamo un decesso per abuso di tabacco ogni 6,5 minuti.

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