mercoledì 5 dicembre 2012

VENETO CANNABIS


La Regione Veneto, lo scorso 18 settembre aveva approvato ad unanimità la legge che consente ad alcune categorie di malati di curarsi con farmaci derivati dalla cannabis.
Ieri questa legge si è trasformata in mille coriandoli ed è finita nel cestino dei rifiuti del Consiglio dei Ministri.
Giovanni Serpelloni, allora direttore dell’Osservatorio dipendenze del Veneto e ora capo del dipartimento Politiche antidroga della presidenza del Consiglio dei Ministri, aveva detto che il provvedimento della Regione Veneto per l’uso terapeutico della cannabis era incostituzionale, dal momento che si prevedeva un centro di produzione di farmaci, mentre le autorizzazioni di questo tipo possono essere concesse solo dal ministero e dall'Agenzia italiana del farmaco, non dalla Regione. Ieri il Consiglio dei Ministri, presieduto da Mario Monti, avvallando la congettura di Serpelloni ha annullato la legge della Regione Veneto.
Tutto finito? Assolutamente no. Il mercato legale della cannabis terapeutica frutterà enormi quantità di denaro a chi si aggiudicherà la sperimentazione e produzione. Non era possibile concedere alla Regione Veneto una fetta di questo importante business. Era logico che “qualcuno” dall’alto fermasse questa legge. Infatti anche Liguria e Toscana nel 2012 hanno approvato una legge sull’uso della cannabis terapeutica ma loro, a differenza della Regione Veneto, non hanno cercato di inserire nella regione un “reparto produttivo”. Quindi il Consiglio dei Ministri non ha messo in discussione quanto emanato da Liguria e Toscana. 

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