domenica 2 dicembre 2012

TEMA AIDS


È l’estate del 1979 quando un’ambulanza porta un giovane al pronto soccorso del Policlinico a Roma. Il giovane ha 24 anni, sta male, i farmaci non hanno effetto su di lui e da circa venti giorni ha una forte febbre.
In Ospedale non sanno che fare. Il Dott. Giuseppe Giunchi effettua ogni sorta di esame clinico. Non si riesce a diagnosticare alcuna malattia conosciuta. Infatti lui è il primo caso in Italia di Aids. Il ragazzo morirà sette anni dopo.

Giovani ed adulti con infezioni mai viste prima e senza difese immunitarie — omosessuali e tossicodipendenti soprattutto — morivano e nessuno sapeva perché.
Soltanto nel 1983 Françoise Barré-Sinoussi, nel laboratorio di Luc Montagnier a Parigi, isola il virus responsabile dell’epidemia. Un anno dopo Margaret Heckler annunciava negli Stati Uniti che il vaccino contro il virus dell’Hiv sarebbe stato pronto in due anni. 
Intanto chi si ammalava continuava a morire; e la malattia si diffondeva come nessun’altra prima di allora. Nell’87 arriva il primo farmaco Azt (sta per Azidotimidina). L’Aids si mostra ostica da trattare. Una specie di mutante che abilmente varia le sue caratteristiche ed ogni volta che la medicina pensa di fare dei passi in avanti... lei si mostra più forte ed aggressiva.
Quelli che si ammalavano di Aids morivano, con o senza Azt. Si sperava sempre nel vaccino: ci lavorano in tanti in ogni parte del mondo, ma non c’è verso di averne uno efficace. Il virus vive proprio nelle cellule responsabili della risposta immune, le uccide e questo rende tutto più difficile. Non basta, studi su un gruppo di volontari fanno comprendere che se uno si vaccina, ha persino più probabilità di ammalarsi. Insomma sul vaccino non ci si può contare.
Il vero passo avanti arriva alla metà degli anni novanta: farmaci davvero efficaci — il Lamivudina inibisce l’enzima che serve al virus per moltiplicarsi. Qualche anno dopo arrivano Tenofovir ed Emtricitabina: i ricercatori dimostrano che l’assunzione per tempo di questi farmaci — appena il virus entra nel sangue o subito dopo — evita l’infezione e — di conseguenza — la sua trasmissione.
Adesso cosa resta da fare? Incoraggiare sempre, comunque, l’uso del profilattico. Chi si prostituisce, chi ha più di un partner o rapporti occasionali con persone che non conosce ha il dovere morale di proteggere se stesso e ancora di più altri, e lo si fa con il preservativo, che resta il modo più efficace per evitare il contagio.
Chi è a rischio? omosessuali, drogati per endovena, chi si prostituisce. Dovrebbero sottoporsi periodicamente ai test. Ma anche chi ha rapporti non protetti. Troppo spesso il partner è infetto e trasmette il virus a persone ignare di ciò che sta accadendo.
Dei 36 milioni di persone viventi colpite dal virus HIV o malate di AIDS nel mondo, 25 milioni sono concentrate nell'Africa sub-sahariana, quasi 6 milioni nel sud e sud-est asiatico, 1,4 milioni in America Latina, 920 mila nel Nord America, 700 mila nell'Europa dell'est e nell'Asia centrale, 640 mila nell'est asiatico, 540 mila in Europa, 400 mila nel nord Africa, 390 mila nella zona caraibica e 15 mila in Australia.
  
Nel corso dell'anno 2000, nel mondo vi sono state 5,3 milioni di nuove infezioni, circa 15.000 al giorno. Si stima che i bambini sieropositivi o malati di AIDS nel mondo siano circa 1,4 milioni.

In Italia sono stati registrati 62.000 casi dall’inizio dell’epidemia. Oltre 22.000 attualmente viventi in cura. Ogni anno si registrano circa 3.500 nuovi casi. 
L’investimento annuo per le cure è pari a circa 550 Milioni di Euro.

C’è chi sostiene che l’Aids sia una malattia creata da qualche industria farmaceutica così da riuscire a detenere e gestire il ricchissimo business dei farmaci utilizzati per le varie cure. 
Altri asseriscono che il vaccino è stato individuato da tempo ma non viene commercializzato proprio perché le case farmaceutiche coinvolte perderebbero Miliardi di Euro di fatturato annuo. Fantasie o cruda realtà?

Una cosa è certa. I nuovi farmaci anti-retrovirali che impediscono al virus di riprodursi ed allungano enormemente la vita dei malati di Aids sono disponibili solo ed esclusivamente per quelle nazioni disposte a pagare ingenti quantità di denaro. Per le altre nazioni... chi non paga muore! Oppure se il denaro è “poco” gli vendono i vecchi farmaci... che a priori si sa che non funzionano.
Chissà se un giorno istituiremo un tribunale internazionale in grado di esprimersi ed elargire condanne adeguate ai responsabili di questi crimini verso l’umanità ad oggi considerati ricchi e stimati uomini d’affari. Magari insigniti di premi pomposi ed etichettati come rinomati filantropi.

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