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venerdì 4 maggio 2012
DOPING SPORT E DROGA
Il termine doping deriva dall'inglese to dope, drogare: esso è un'assunzione di sostanze che, per dose e composizione, permettono l'aumento non fisiologico delle prestazioni di un atleta danneggiando l'integrità psicofisica dello sportivo. L'uso di droghe mina l'idea fondamentale dello sport che si basa su una paritetica e leale forma di competizione,inoltre, se assunte in grande quantità o per tempi prolungati, le sostanze dopanti possono nuocere gravemente alla salute, arrecando in alcuni casi danni irreversibili, portando in alcuni casi anche alla morte. Per combattere l'uso del doping vengono effettuati, ultimamente, controlli scrupolosi alla fine di ogni gara, questi sono realizzati con l'ausilio di analisi fisico- chimiche di due campioni d'urina, chiamati campione A e campione B. In competizioni nazionali e internazionali i primi classificati, assieme ad altri atleti sorteggiati, devono consegnare i due campioni d'urina che sono poi sigillati. Nel caso il campione A contenga sostanze iscritte nella lista doping, viene effettuato un secondo controllo sul campione B, se possibile alla presenza dell'atleta e del suo allenatore. Gli atleti trovati positivi al doping vengono privati delle medaglie vinte, i loro record annullati e il caso viene affidato alla federazione sportiva d'appartenenza, che provvederà a squalificarli per un dato periodo di tempo o per sempre. Con i cavalli, il test antidoping si esegue analizzando campioni di saliva Sostanze proibite Si distinguono cinque gruppi di sostanze proibite: 1. stimolatori psicomotori (anfetamina, cocaina); 2. ammine simpatomimetiche (efedrina); 3. stimolatori del sistema nervoso centrale (aminofenazolo, stricnina); 4. narcotici e analgesici (eroina, morfina); 5. steroidi anabolizzanti (anabolica). In alcuni tipi di sport sono proibiti anche alcol e sedativi. Dal 1984 anche la caffeina rientra nella lista delle sostanze doping assieme ad alcuni diuretici che possono essere utilizzati per aumentare il rendimento sportivo. Un caso particolare è costituito dall'emodoping, o autoemotrasfusione, di cui viene fatto uso in sport come il ciclismo. Ad esempio gli atleti si trasferiscono per un certo periodo di tempo ad allenarsi in luoghi la cui altitudine supera i 2500 m; qui, la minore concentrazione di ossigeno stimola la produzione nel sangue dei globuli rossi che sono responsabili dell'ossigenazione dell'organismo. A questo punto si effettuano prelievi di sangue che, conservato, sarà trasfuso all'atleta prima dell'evento agonistico con effetti stimolanti. L'emodoping è assai pericoloso in quanto può comportare la formazione di trombi e generare problemi vascolari.
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